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Questioni ampiamente classiche, ma ancora oggi gravide di conseguenze per l'intera configurazione del rapporto tra uomo e mondo, mente e corpo, intelletto e percezione, sono al centro di questo lavoro. In una trama complessa - in cui la filosofia di Bergson e di Merleau-Ponty, ma anche di Deleuze, entra in rapporto con l'opera di Baudelaire e Rimbaud, di Rilke e Proust, con la pittura di Cézanne e Kandinsky, con la musica di Schönberg, ma anche con alcune incisive scoperte della scienza del nostro tempo - viene delineato un percorso volto a mostrare come il pensiero sia profondamente innervato in una falda precoscienziale e preindividuale in continua risonanza con la realtà esterna. Tutt'altro che una sostanza disincarnata, esso è un evento costituito dalla interrelazione di sensazioni sonore, visive, tattili e olfattive che precedono il soggetto avviluppandolo in una rete di insolubili stimoli corporei e ambientali, il cui prodotto più affascinante è costituito dalle immagini-suono. Questo scenario analitico riporta così in primo piano una dimensione dell'ascolto sottratta a ogni inflessione dialogica, per restituirla invece alla sua provenienza ontologica e impersonale, ben altrimenti problematica e inquietante.